“Perché il mio sito è sceso su Google? Perché non lo trovo più? Ma era primo!” Queste sono alcune domande e affermazioni che ci troviamo spesso ad affrontare in agenzia.
Oggi, dunque, ho deciso di approfondire questo argomento e spiegarvi come mai, ogni tanto, Google penalizza o premia i vari siti.
Va ricordato che, molto spesso, queste informazioni possono essere viste anche in autonomia grazie agli strumenti di Google. Ma la comprensione dell’effettivo cambiamento è, a volte, tecnicamente non semplice.
Il mio sito è sceso su Google: hai modificato un testo?
Partiamo dalla prima problematica possibile: hai cambiato un testo e/o un’immagine e la pagina è sparita dalla ricerca di Google.
Questa problematica, molto spesso, non è collegata direttamente al cambiamento effettuato. I consigli che abbiamo già riportato all’interno dell’articolo “Sito Web: bello o indicizzato” vi hanno già spiegato che esistono tanti fattori legati a Google che, aggiornando il suo motore di ricerca, modifica alcuni posizionamenti nella SERP.
Se il bot di Google ha trovato che la vostra pagina era in linea con i suoi parametri e voi siete andati a toccarla in un punto fondamentale, come ad esempio un titolo o un’immagine più pesante della precedente, siete a rischio di abbassamento di posizione nei futuri aggiornamenti.
Fate attenzione però: questo è legato principalmente agli aggiornamenti del motore di ricerca. Dunque, non è legato effettivamente alla modifica che avete fatto, magari, 3 mesi fa.
C’è da sottolineare che Google, dal 2020 e fino a dicembre 2021, completerà un ciclo di aggiornamenti al suo motore che modificherà completamente la ricerca web. Vi rimando a questo nostro articolo dove è spiegato cosa sono i Core Web Vitals.
Hai modificato il tuo sito web?
Questa è invece la situazione più classica di perdita di posizionamento, spesso temporaneo, in cui ci troviamo ad incappare più spesso.
Una pagina viene cancellata, vengono creati dei redirect per sbaglio, il server rallenta il sito o c’è stata una modifica al codice del sito. Tutti questi fattori portano, molto spesso, ad un blocco di scansione da parte di Googlebot a causa della mancanza di continuità tra il vecchio e il nuovo.
La prima cosa che dobbiamo fare è dunque analizzare lo stato di salute del sito web, verificando quali sono i fattori che hanno portato alla perdita di posizionamento e, soprattutto, per quali parole il sito non è più rintracciabile.
Se il sito è collegato alla Google Search Console si può risalire completamente alla storia del sito fino ai 3 anni precedenti, valutando così ogni singolo crollo e/o picco di visita.
I tuoi competitor non stanno a guardare
La cosa più importante da capire è che i tuoi competitor non stanno con le mani in mano. In questa era web molte sono le aziende seguite da professionisti del settore e il ranking è oramai una parola comune nei termini aziendali.
Il ranking è il punteggio che viene assegnato dai motori di ricerca ai siti web. E questo condiziona il posizionamento del tuo sito e anche quello dei tuoi competitor.
Prendiamo ad esempio un sito competitor che, fino a ieri, non era posizionato. Mentre scriviamo, potrebbe aver implementato una nuova SEO, aver iniziato a curare i testi e i contenuti, migliorato il codice, velocizzato le pagine e aver completato un ciclo di indicizzazione completo.
Considerando che i tempi medi di un’indicizzazione completa di un sito variano dai 15 ai 60 giorni medi, troveremo che il sito del nostro competitor è intanto salito e ci ha scavalcato, andando a coprire la posizione che era nostra.
Da qui nasce l’assenza della nostra pagina che, magari, era in prima pagina.
Cosa fare allora?
La risposta è semplice: la SEO è fondamentale e va sempre curata nei minimi dettagli. Grazie ai vari strumenti che ci presenta Google possiamo avere una panoramica molto completa di cosa accade. Possiamo verificare se ci sono problemi, pagine 404, scarso traffico organico e molto altro.
Normalmente, quando si aggiorna un sito web nella sua interezza, si pensa a modificare non solo i testi e le immagini ma anche tutta la struttura e il codice. Un calo di posizionamento è naturale in queste condizioni, salvo poi ottenere e migliorare la situazione precedente.
Possiamo definire questa strategia come un “pit-stop strategico”, molto simile a quello che accade in Formula 1: a volte ci si ferma prima dei competitor per guadagnare posizioni successivamente.
La cosa importante da ricordare è che non sempre un calo di posizionamento su Google è negativo. A volte è una scelta, soprattutto se ci si affida ad un professionista, per rimuovere il sito da delle ricerche inutili e dannose per il sito.