La tecnologia digitale ormai permea ogni aspetto della nostra società, dal lavoro alla vita privata, e viene quindi naturale chiedersi se non ne siamo diventati dipendenti.
Che questa sia l’era digitale ormai è un fatto assodato: da quando Internet e i computer sono diventati di uso comune circa una trentina di anni fa il mondo è andato sempre più verso la digitalizzazione totale. Tra connessioni sempre più veloci e smartphone potenti quanto laptop non esiste un singolo momento in cui siamo veramente separati dalla tecnologia. Il progresso ci ha permesso di raggiungere un punto in cui possiamo dire di avere il “mondo sempre a portata di mano”… ma è davvero tutto rose e fiori?
Tecnologia digitale in continua crescita
Coloro nati dopo la Generazione X hanno vissuto in prima persona e sulla loro pelle il grande cambiamento degli anni Novanta: il personal computer, visto fino al decennio precedente come un prodotto per pochi, entra ufficialmente nelle case di tutti e Internet diviene una realtà pubblica, sebbene si tratti ancora di un web lontano da quello che conosciamo oggi. Tanto per rendere meglio l’idea a quelli di voi che non erano presenti basti dire che servizi come Google, Amazon, Alibaba, Facebook e Youtube erano da catalogarsi sotto la voce fantascienza.
Da lì in poi è stato un crescendo continuo: da prima i telefoni cellulari, poi l’ADSL, a seguire le prime reti mobili e per ultimi gli ormai onnipresenti smartphone… e questo solo per citare le innovazioni di maggiore impatto. Questi strumenti hanno modificato profondamente il modo in cui le persone si rapportano al lavoro e al quotidiano: nel giro di poco più di un ventennio la società si è letteralmente trasformata, passando da un modello analogico ad uno digitale, un processo che negli ultimi due anni ha visto un’accelerazione ancora più spinta a causa della pandemia di Covid-19.
L’innovazione però non si ferma e oggi ci sono già altre novità all’orizzonte che potrebbero sconvolgere di nuovo le nostre certezze: i tanto chiacchierati smart glasses di Facebook, un possibile 6G ancora più efficiente delle reti attuali, nuovi tipi di assistenti digitali basati sull’intelligenza artificiale e chissà cos’altro. Non possiamo sapere con precisione quali saranno le nuove tecnologie che si affermeranno e quali invece quelle che rimarranno confinate a semplici sperimentazioni. E’ ovvio però che ognuna di esse aprirà la strada a decine di nuove possibilità.
“Dipendenza” personale e lavorativa
Tutta questa tecnologia è sicuramente comoda e ha reso molti aspetti della nostra vita certamente più semplici ma, come in tutte le cose, c’è da considerare anche il rovescio della medaglia. Tutta questa tecnologia, sempre a disposizione, ci porta ad usarla anche quando potremmo farne a meno, portandoci quindi ad assumere abitudini che possono essere considerate negative. Tanto per fare un esempio prendiamo Google Maps: quanti di noi, in tutta onestà, aprono questa app ogni volta che devono andare in un posto, anche se magari si trova a poca distanza dalla propria casa?
In ambito lavorativo le cose non sono certo migliori: sia che si parli di un impiegato o di un lavoratore indipendente, qualsiasi professionista privato di connessione e/o dispositivi rischia di ritrovarsi impossibilitato a lavorare. Mi appello in questo caso alla vostra esperienza diretta: vi è mai capitato nella vita mentre eravate al lavoro, a causa di un disservizio della linea o un guasto imprevisto ai PC, di dover posticipare o addirittura interrompere del tutto quello che stavate facendo fino a che il problema non è stato risolto, nonostante ci fosse il modo di farlo “a mano”? Scommetto che la risposta è “sì”.
Tecnologia e società
C’è inoltre da considerare la cosa non solo dal punto di vista del singolo ma anche della società: al momento molte delle più grandi economie globali e dei settori di mercato sono strettamente dipendenti dalla disponibilità di semiconduttori. Nell’ultimo anno e mezzo la cosiddetta crisi dei chip ha causato frequenti blocchi produttivi, che si sono tradotti in una generale mancanza di prodotti e nel conseguente allungamento dei tempi di attesa per gli acquirenti. Ciò da un lato ha inasprito la già pesante crisi economica e dall’altro ha convinto diversi Paesi e organizzazioni, tra cui l’Unione Europea, a fare dei piani a medio termine per aumentare la produzione di componenti elettronici.
Tecnologia digitale: una naturale evoluzione?
È evidente quindi che ogni aspetto della nostra vita e del nostro mondo sia legato, in un modo o nell’altro, alla tecnologia digitale.
Questo è un male? A mio avviso è più che altro una naturale evoluzione della società: alla fine se ci pensiamo non è molto diverso da quanto successo con l’introduzione dell’energia elettrica. Anche in quel caso si parlava di una tecnologia completamente diversa da quanto visto sino ad allora e che aveva possibilità di impiego praticamente illimitate, la quale però veniva vista con sospetto e paura da chi fino a quel momento si era limitato alla forza animale e alle lampade a petrolio. Al giorno d’oggi invece riusciremmo a concepire una società senza elettricità?
Credo che a questo punto non ci sia bisogno di aggiungere altro: la tecnologia digitale è qui, è parte integrante della nostra realtà. E sebbene porti con sé dei problemi, si tratta di una normale fase di transizione come per qualsiasi altra grande rivoluzione sociale e tecnologica.