La notizia che Meta sia intenzionata a chiudere Facebook e Instagram in Europa sta facendo il giro del web. Ma cosa c’è di effettivamente vero in queste affermazioni?
Fin dall’annuncio dello scorso anno Meta non ha mai smesso di far parlare di sé, anche se non nei termini in cui sperava Mark Zuckerberg. Tra un crollo del 26% in borsa e la sfiducia degli utenti dopo i Facebook Papers, l’ultima creatura del miliardario di Menlo Park finora non ha particolarmente goduto del favore del pubblico e delle istituzioni. Le ultime notizie sulla compagnia, uscite appena qualche giorno fa, parlano addirittura di una possibile chiusura di Facebook e Instagram in Europa. Cosa c’è però di vero dietro questi titoli sensazionalistici? Vediamolo insieme.
La situazione di Facebook e Instagram in Europa
Tutta la questione nasce da una frase riportata in un documento inviato da Meta Inc. alla Sec (Security and Exchange Commission). L’affermazione incriminata, che si presta a diverse interpretazioni, dice testualmente che: “in assenza di nuove regole che consentano il flusso dei dati tra Europa e Stati Uniti, probabilmente non saremo più in grado di offrire alcuni dei nostri prodotti e servizi più importanti, compresi Facebook e Instagram, in Europa, fatto che influirebbe materialmente e negativamente sulla nostra attività, sulla nostra condizione finanziaria e sui risultati delle nostre operazioni”.
A leggere queste parole si potrebbe quasi pensare ad una minaccia, ma le cose in realtà non stanno così: la frase riportata qui sopra è stata decontestualizzata e interpretata in modo errato. Come ogni altra azienda americana, Meta Inc. è obbligata a segnalare alla Sec ogni possibile preoccupazione circa il suo piano di business. Nello stesso documento infatti vengono anche segnalati: “il fallimento di uno dei nostri prodotti”, “la ridotta disponibilità di dati” e “una copertura mediatica sfavorevole”. In sostanza, qualunque eventualità che potrebbe danneggiare gli affari di Meta, anche quelle più “catastrofiche” e improbabili.
La vera risposta di Meta
Per parafrasare Mark Twain, le “voci sulla morte di Facebook e Instagram sono state grossolanamente esagerate“. L’azienda di Menlo Park ha infatti velocemente smentito ogni cosa. Il portavoce dell’azienda ha affermato che: “Non abbiamo assolutamente alcun desiderio e alcun piano di ritirarci dall’Europa. Semplicemente Meta, come molte altre aziende, organizzazioni e servizi si basa sul trasferimento di dati tra l’Ue e gli Stati Uniti per poter offrire servizi globali. Per fornire un servizio globale, seguiamo le regole europee e ci basiamo sulle Standard Contractual Clauses e su adeguate misure di protezione dei dati”.
Il succo del discorso è che Meta è certamente preoccupato di quanto sta succedendo in Europa. La gestione dei dati rappresenta senza dubbio un problema per la compagnia, ma allo stesso non sarebbe vantaggioso abbandonare il mercato. Per Zuckerberg e soci lasciare una zona così favorevole allo sviluppo come quella europea, anche in previsione dei 10mila nuovi assunti per lavorare al Metaverso, sarebbe un vero e proprio suicidio finanziario.
La posizione dell’Europa
L’Europa però, sulla questione della privacy, sembra decisa a mantenere le sue posizioni: dopo l’invalidazione del Privacy Shield nel 2020 infatti non è stato ancora trovato un nuovo accordo riguardo il trasferimento di dati europei su server americani. Al contrario il Ministro dell’Economia tedesco Robert Habeck e il Ministro delle Finanze francese Bruno Le Maire avrebbero rilasciato dichiarazioni nette contro l’uso dei social.
Il braccio di ferro tra Meta e Unione Europea sembra dunque solo agli inizi, ma possiamo fin da ora essere certi che presto ne sentiremo ancora parlare.