“Era solo un complimento”
“Sei isterica, hai le tue cose?”
“Sei una donna, non puoi capire”
“Cosa te ne fai di un conto in banca? Ci penso io a te”
“Hai intenzione di avere figli in futuro?”
Il 25 novembre ricorre la Giornata contro la Violenza sulle Donne, e i dati sono ciò che meglio riesce a farci comprendere qual è la situazione in Italia.
Il 25 novembre e la violenza di genere
Quante forme può avere la violenza di genere? La violenza di genere è multiforme, e la nostra cultura ne è così intrisa che, accade, non ci accorgiamo di subirla. La violenza può essere così sottile da insinuarsi nelle abitudini.
La violenza fisica sulle donne
Quando si parla di violenza di genere, i primi numeri che vengono in mente sono quelli che riguardano la violenza fisica. Secondo i dati Istat ogni giorno 89 donne subiscono violenza di genere, per l’impressionante media di 3 ogni ora. E nel 62% di casi sono vittime di persone appartenenti alla loro cerchia familiare.
Delle 116 donne vittime di femminicidio nel 2020, il 92,2% è stata uccisa da una persona conosciuta. La gran parte, il 51,7% dal partner, il 6% dal partner precedente.
Tutti dati, questi, che dovrebbero far riflettere, soprattutto alla luce del fatto che l’emergenza riguardante le violenze domestiche si è acuita con l’isolamento per a causa del Covid-19. Sempre secondo il rapporto Istat, il numero delle chiamate effettuate al numero di pubblica utilità 1522, tra marzo e ottobre 2020, ha avuto un incremento del 71,7%, passando da 13.424 a 23.071. Le richieste di aiuto tramite chat sono quasi triplicate rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente: da 829 a 3.347 messaggi.
Se prendiamo le donne italiane tra i 16 e i 70 anni, il 31,5% dichiara di aver subito almeno una volta nella propria vita violenze fisiche o sessuali, oltre 6 milioni.
La violenza psicologica sulle donne
Le donne non sono vittime solamente di violenza fisica, ma anche psicologica. Accade ogni volta che vengono accostate ad uno stereotipo femminile di stampo patriarcale ( ne abbiamo parlato anche qui), ogni volta che viene chiesto loro di rendere conto della loro vita privata. Ad un uomo, durante un colloquio di lavoro, non verrebbe mai chiesto se in futuro ha intenzione di avere figli; per una donna, specie se giovane, questa è una domanda quasi di prassi. Come se l’essere madre impedisse ad una donna di essere performante sul lavoro, come se il suo ruolo di madre fosse un impedimento al raggiungimento degli obiettivi lavorativi.
La violenza economica sulle donne
Tra le forme di violenza di genere più subdole c’è senza dubbio quella economica. L’Associazione D.i.Re, Donne in Rete contro la Violenza , nel report riguardante il 2020, evidenzia bene la situazione: delle 20015 donne accolte nei centri antiviolenza nel 2020, il 33,4% ha dichiarato di aver subito violenza economica. Un dato più alto di quello delle donne vittime di stalking o abuso sessuale, la cui percentuale è circa del 15%, meno del 40% di queste donne può contare su un reddito sicuro. Una su tre, il 32,9%, ha un reddito pari a zero.
Si tratta di una forma di violenza di genere in cui la pressione psicologica è molto alta, e costringe la donna ad una assoluta dipendenza. Impedire a una donna di trovare lavoro, chiedere conto delle spese di casa, obbligare a firmare documenti come i prestiti: sono tutte forme di violenza economica che impediscono alle donne di essere libere.
L’unica possibilità è la consapevolezza, e in alcuni casi: la lotta.